mercoledì 25 dicembre 2013

AUGURI





        Il Verbo 

         si è fatto             carne!

        Buon      Natale! 

giovedì 24 ottobre 2013

La gioia...in fondo

Il cielo è grigio, lì fuori. Un bagliore strano che induce alla malinconia. Alla nostalgia di odori, di luoghi, di stanze e persone che mi mancano.
E' da tanto tempo che non scrivo, molte volte avrei voluto farlo e poi.. è così, tra una cosa e l'altra, una corsa e l'altra, il tempo scorre. Raramente dirada per lasciare spazio a desideri.
E' da tanto che non scrivo e penso spesso a chi un giorno mi ha ricordato che un blog "non può rimanere in silenzio", ripenso a quei giorni belli di studio e fatica. A chi mi ha ribadito più volte che la gioia non doveva abbandonarmi.
Oggi il cielo è grigio, la mia vita è cambiata. Per obbedienza, oggi sono in altri luoghi, con altra gente, con altri lavori e altro tempo.
Fuori il cielo grigio, ed io devo ancora abituarmi a questa mia nuova vita che ancora in realtà non mi appartiene. La sto vivendo, e a volte prepotentemente ritornano desideri, odori, ricordi. L'odore di una biblioteca che non posso dimenticare, il suono di una campana che scandisce tempi d'intelletto. E la mia mente vola, e desidera...desidera sapere e conoscere e leggere... desidera condividere e ascoltare e abbeverarsi a fonti, a sorgenti con le quali confrontarsi senza nessuna pretesa ma semplicemente nella gioia della ricerca della verità, nella consapevolezza di averla già trovata in un cammino di profondità.
Mi chiedo il significato di tutto questo. Mi chiedo e chiedo a Dio di insegnarmi a vivere questa mia nuova vita che percorro al buio. Non desidero sapere perché, ma vorrei che il cammino della Verità sia sempre il mio cammino. Gesù è verità, Lui non mi lascia, questa è la luce che guardo fissa mentre intorno a me sento solo confusione in una vita che ancora non mi appartiene.
Per questo e per tanto altro non ho scritto su questo blog. Forse la mancanza di tempo è solo una scusa. Piano piano metabolizzo il cambiamento e piano piano ritrovo parti di me stessa...
Rimane la gioia, rimane dentro di me... E' una gioia che non mi può essere tolta. La gioia di essere amata da Chi non smetterà mai di amarmi, la gioia di essere stata scelta e conquistata. Anche nel vuoto e nel desiderio prepotente e nella sofferenza dell'assenza è la gioia, la gioia di poter essere sempre e comunque me stessa in cammino nella strada della Verità.
Gesù è la Via la Verità e la Vita.

giovedì 11 luglio 2013

Desidero ringraziare con gratitudine...

La gratitudine è una virtù da coltivare. La gratitudine verso gli atri e la gratitudine verso Dio. Da coltivare, nella memoria del bene che il Signore ci ha sempre e continuamente donato.
La gratitudine sorge spontanea nel cuore, quando riconosciamo che ciò che siamo non viene da noi stessi ma da Qualcuno che amandoci ci ha creati, da un Padre che nell'amore ci fa vivere e sentire amati.
E così le nostre conquiste, le nostre vittorie, i nostri successi ci fanno alzare gli occhi a Dio e dire: GRAZIE dal più profondo del cuore. E grazie a tutti coloro che hanno contribuito affinché noi potessimo raggiungere la meta.
Per questo oggi scrivo questo post: per ringraziare...
Leggo sul sito della PUG che ho ottenuto, con successo, il baccellierato di Teologia. Poca cosa di fronte all'infinita apertura della conoscenza, piccola tappa che è solo un gradino che ti permette di guardare la strada che c'è oltre la porta..., ma pur sempre (lode a Dio!) una gradino che ci è stato concesso di salire.
Prima i due anni di studio per il baccellierato in Filosofia, e ora i tre anni di studio, di lezioni, di incontri, di rapporti umani tra colleghi e professori, per la Teologia. Tre anni di vita, di fatica e di soddisfazione.
Anni di gratitudine....
Oggi vorrei ringraziare tutti, ma proprio tutti coloro che hanno faticato e lavorato e gioito con me. Tutti i professori, che ogni giorno con costanza e impegno sono stati per me testimoni di verità. Tutti i colleghi che con il loro sorriso, e la loro accoglienza hanno reso vere e vive tutte le mie giornate.
Ringraziare le mie consorelle di comunità che hanno accettato i miei impegni fuori comunità affinché io potessi andare avanti, e mi hanno accompagnato con la preghiera e l'incoraggiamento, e le Superiore che mi hanno fatto studiare.
Vorrei ringraziare i miei cari che da Palermo sono stati lì sempre a chiedere, informarsi, sostenermi e gioire con me.
Vorrei ringraziare chi nell'amicizia non ha mai smesso di starmi accanto.
E ringraziare Dio, senza il quale non sarei qui a scrivere a vivere ad amare e gioire.
Studiare teologia è acquisire ogni giorno sempre maggiore coscienza e responsabilità del compito del Testimone. Comprendere l'importanza di una buona preparazione che possa essere a servizio di chi non ha questa opportunità, e possa essere d'aiuto a chi ci sta accanto, d'aiuto a tutti coloro che desiderano chiarire, confrontarsi, aprire la porta affinché Dio possa entrare.
Studiare Teologia è capire l'importanza di conciliare vita intellettuale e vita spirituale. Un vero teologo conosce l'importanza del tempo dedicato alla preghiera e del tempo dedicato allo studio. Non c'è teologo senza vita spirituale.
E chi, come me, ha studiato teologia come un dono, ha sfruttato i suoi studi per la meditazione e sa l'opportunità che gli è stata concessa, immeritatamente direi.
Un piccolo gradino che non avrei potuto salire senza l'aiuto e il contributo di tutti, e che mi ha fatto alzare lo sguardo alla porta che ora dovrei oltrepassare per continuare ad approfondire, completare, maturare. Al momento la porta la guardo, ma non mi è concesso di andare oltre. Non tocca a me decidere.
Questo non toglie la gioia e la gratitudine che esplode dentro di me....
Per questa tappa, per la mia vita, della quale ogni giorno, al mattino aprendo gli occhi, ringrazio Dio. Immeritatamente... Grazie!
Mi viene in mente una poesia di Nino Salvaneschi, più o meno diceva così:
"Ogni mattina apri la finestra della mia vita
e canti.
E le ondate giocose della tua canzone
mi riempiono l'anima di una luce fresca
come la tua voce
e mi dai tanta gioia..."
è così... Ogni mattina mi sembra di sentire la Sua voce, che mi chiama a vivere ad amare, gioire, donare.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

giovedì 4 luglio 2013

Aria d'estate

Cambiare immagine, perché anche le stagioni cambiano e noi con loro...
Non perché siamo lunatici o il cambiamento sia indispensabile, ma perché la vita è fatta di movimento.
A noi tocca seguirla,
trovando il bello nelle situazioni che ci circondano
trovando il buono
anche nelle gocce di pioggia
senza le quali il terreno non porterebbe frutto.
Riconosciamo nel cuore la presenza della grazia,
che ci porta a sorridere
e vivere
e amare
e gioire...
Poche parole,
queste,
per presentare la nuova immagine del mio blog.
Poche parole
da condividere
e vivere insieme...
Uniti nella ricerca di verità,
nella speranza gioiosa,
nella fede certa
che Dio è con noi
e con noi rimarrà sempre.


Infinito azzurro

Desiderio di mare.
Oltre e ancora oltre
e ancore oltre
nell'infinito azzurro.

Per tutte le volte che vorresti andare via
quelle volte in cui la pace
non
ti accompagna
e la cerchi
e capisci che non vuoi la pace di cui gli altri parlano...
Perchè non cerchi la pace finta
quella fatta di compromessi
e menzogne
quella ipocrita e fasulla
che è solo esteriorità e falsità
nel cuore
che parla male dietro le spalle....

Desiderio di verità
di sincerità
di blu
di celeste
di azzurro
di cielo
di mare





martedì 4 giugno 2013

Tendere verso...

Tendere verso...
verso il sole,
come i girasoli
che ne cercano la luce
in continuazione
e girano e girano e girano
senza stancarsi mai
e si abbeverano di quei raggi
che li riscaldano,
e li fanno crescere e maturare.
     Sono tanti i girasoli in un campo,
tutti come fratelli, insieme,
le loro radici si intrecciano
anche se nessuno le vede
solo il contadino lo sa
lui che lavora la terra
e affaticato rialza lo sguardo
e rimane abbagliato dal giallo colore.
     E mentre si volgono al sole
le loro foglie si baciano
con carezze leggere
e ognuno di loro lascia spazio
alle foglie dell'altro.
     Volteggiano insieme nel vento
con sguardi amorosi alla luce
che a loro si volge benigna.
     Anche Maria Maddalena,
girasole inconsapevole,
ha girato il suo sguardo all'Amato
e poi è corsa dai fratelli, ricolma di luce.

Dovremmo imparare, forse, dai girasoli, ad accettare il nostro anelito di luce. E come Maria Maddalena, cercare, cercare e rincorrere una speranza che non può morire, anche in un mattino che sembra senza speranza.
C'è un "esistenziale soprannaturale" in ciascuno di noi che non possiamo negare, se non a discapito di noi stessi. E dovremmo imparare dai girasoli, che siamo tutti fratelli in un campo, amato dal sole, e accarezzarci a vicenda.
Accettare, accettarci così come siamo, per accogliere e per amare.
E' conversione: all'Amore, che nasce dall'essere amati.
Possiamo anche negarlo, ma oggi preghiamo che...nell'intimo della nostra coscienza, lì in fondo, dove a volte non abbiamo il coraggio di guardare, da lì un giorno scaturiranno le nostre lacrime di gioia.

Epilogo
Concludo, con una nota, anzi, un ringraziamento a chi oggi mi ha ricordato che un blog non può rimanere in silenzio...



sabato 30 marzo 2013

Per le sue piaghe noi siamo stati guariti...


                                                           Venerdì Santo - 29 marzo 2013






"Per le sue piaghe noi siamo stati guariti...." (Is 53,5)
Cosa accade oggi?
Accade che il nostro peccato è così grande e Dio tanto giustiziere da pretendere che qualcuno, fosse anche il Suo Figlio,  paghi la colpa di tanto peccato?
No, non accade questo!
Dio è Padre.
Accade che Satana è talmente forte da tenerci in suo potere, come un sequestratore, da rendere necessario che Dio paghi a lui un riscatto per liberarci?
No, non accade questo!
Dio è Onnipotente.
Oggi accade che Cristo, "pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza per tutti coloro che gli obbediscono" (Eb 5,8-9).
Accade che comprendiamo di essere stati creati per l’eternità, per la pienezza della gioia, per essere in relazione con Dio, e comprendiamo di essere stati creati liberi. Una libertà così ampia che può giungere fino a rifiutare la grazia che ci è stata donata, fino a rivoltarsi contro il suo Creatore.
Accade che Dio Padre non vuole perderci, e continua ad amarci, ed offrirci nel Suo Figlio, fino alla fine, morto in croce per noi, la possibilità di salvezza, "per ricevere misericordia e trovare grazia" (Eb 4,16).
Accade che per ciascuno di noi oggi Gesù Cristo Crocifisso dice “Io ti amo”, se vuoi dimmi SI.
Per le sue piaghe siamo stati guariti…"Volgiamo lo sguardo a Colui che è stato trafitto" (Gv 19,37)

mercoledì 27 febbraio 2013

Io c'ero... e quel giorno qualcosa è cambiato

Benedetto XVI
Udienza del Santo Padre - 27/02/2013
clicca qui per leggere il testo intero


Mattine come quella di oggi a Piazza S. Pietro,
rimangono dentro di noi come gocce di rugiada nell'arsura di un pomeriggio afoso....
Diremo "Io c'ero".
C'ero quel giorno quando Papa Benedetto XVI ci ha salutato, lasciando trapelare la sua emozione dalla sua voce.
Il cuore del Papa si allarga al mondo intero.
E noi lì a "guardare" la sua fede viva e coerente. Lui, Benedetto XVI, testimone fedele fino all'ultimo.
"Io c'ero" quando il sole illuminava il suo abito bianco nell'ultimo saluto,
quando la sua voce si è alzata per intonare il Pater noster e poi la benedizione.
E quale migliore preghiera per unire la Chiesa?
Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi.
Amare la Chiesa... e Dio sempre e per sempre,
significa essere coerenti.
ma soprattutto significa essere gioiosi, di una gioia piena e vera.
Vorrei che ognuno sentisse la gioia di essere cristiano.
Gioiosi perché amati.
Nel nostro cuore, nel cuore di ciascuno di voi, ci sia sempre la gioiosa certezza che il Signore ci è accanto, non ci abbandona, ci è vicino e ci avvolge con il suo amore.
Questa ultima lezione del nostro Santo Padre, rimane per noi il suo ultimo indicatore.
Come Giovanni il Battista, lui ci ha sempre indicato Gesù, con il suo dito fermo e deciso: "Ecco l'Agnello di Dio", ecco Colui che dovete seguire. Non me, che sono solo un umile servitore alla vigna del Signore, il Servo dei servi di Dio, seguite Cristo, che non abbandonerà mai la sua Chiesa.
Tra tanti anni diremo "Io c'ero", ma l'augurio che ci facciamo e che queste parole, in noi, siano diventate vita cristiana. Che l'emozione del momento abbia lascito il posto all'azione, alla carità operosa, alla gioia contagiosa, alla fede sempre più matura, alla speranza luminosa.
Ringraziamo il Signore di questo ogni giorno, con la preghiera e con una vita cristiana coerente. Dio ci ama, ma attende che anche noi lo amiamo!
Io c'ero... anche Benedetto XVI era lì...anche gli altri fratelli e sorelle erano lì... c'era la Chiesa,
e dal quel momento le cose non sono state più le stesse.
Grazie, Santo Padre!

lunedì 25 febbraio 2013

Chi sei?


Come parlare di te Gesù? Parlare di te quando tanti teologi e studiosi ed esegeti hanno parlato di te nel corso dei secoli, e sicuramente ne hanno parlato correttamente e secondo la tua grazia e la tua volontà. Come parlare di te, quando santi che ora si trovano al tuo cospetto, hanno scritto di te, del tuo amore e della tua infinita misericordia, loro che nella loro vita terrena sono stati uniti a te nell’amore?
Mi chiedono di rispondere a questa domanda: chi sei Tu per me? Mi chiedono se lo studio che sto facendo mi aiuta a conoscerti meglio o forse addirittura ad incontrarti. Mi chiedono di te, o mio Signore…
Come parlare di Te, io…? Io che quando ti guardo non ho parole. Io che mi perdo nella tua immensità. Tu lì dentro al tabernacolo silenzioso e presente ed io silenziosa e presente di fronte a te.
Se non ti avessi già incontrato non potrei parlare di te mio Dio; se Tu non ti fossi presentato a me irrompendo nella mia vita come acqua fresca nell’arsura d’estate, cosa avrei potuto dire io di Te?
Sei Tu che mi hai amato per primo, quando io mi ero persa nel deserto e nell’aridità di una vita vacua. Quando tutte le mie speranze si sono infrante nella codardia e nella fragilità degli uomini, e come uno specchio in frantumi si sono sminuzzate in miriadi di frammenti e poi sono scomparse come bolle di sapone inghiottite dalla loro stessa plasticità, allora io iniziai a precipitare nel pozzo buio e profondo dell’inconsistenza. Tutto era nero, così nero, e il precipitare era così veloce che mi lasciai andare sopraffatta dall’impotenza di risalire dal baratro. Minuti, secondi, ore…? Sono state le tue braccia a risollevarmi, con delicatezza e infinito amore. Mi hai riportato alla luce senza chiedere niente: ho sentito il tuo abbraccio e le mie lacrime calde liberatrici sul viso.
Da allora il tempo è passato ma la tua mano continua a tenere la mia. Non ti lasci impressionare dalla mia testardaggine, dalla mia necessità di comprendere, dal mio carattere imperativo anche con te. Non ti lasci impressionare quando mi lascio distrarre da ciò che era prima di te. Tu lo sai che quando mi allontano da te poi mi manca l’aria e non respiro: tu sei la mia aria.
Tu lo sai che quando il mio cuore freme davanti alla falsità e all’ipocrisia e non capisco perché niente cambia, io allora mi rivolgo a te: tu sei la Verità.
Tu lo sai che quando a vincere sono le mie passioni e la mia rabbia, poi mi dispiace e torno da te: tu sei misericordia.
Tu lo sai che davanti all’ingiustizia e all’incoerenza non resisto a trattenere le parole e chiedo aiuto a te: tu sei giustizia.
Tu lo sai che quando mi sento sola perché le persone sono insostituibili, io mi rifugio da te: tu sei amore.
Tu lo sai che quando sono stanca e triste e mi sembra che tutto il dolore del mondo non potrà mai guarire, io ti prego: tu sei consolazione.
Non so come si possa parlare di te senza averti già incontrato. Certo, ora quando guardo la mia vita passata ti ritrovo in tutti quei luoghi in cui prima non ti vedevo, e comprendo che ci sei sempre stato e che io sono sempre scappata da te per paura, per mancanza di responsabilità, per ignoranza, per amore dei facili successi e dei facili guadagni. Tu ci sei sempre stato anche tutte le volte in cui ti ho voltato le spalle e risolutamente ti ho detto NO. Ma come avrei potuto comprendere tutto questo se non con la tua grazia?
Chi sei, mio Signore, mio Re e mio Dio, se non il battito del mio cuore, la vita che vivo, l’amore che provo? Chi sei? Sei una presenza costante, amica e piena, sei sicurezza quando la mia testa è confusa, sei i miei sogni quando mi manca la speranza, sei la forza che mi sostiene quando sono stanca, sei la passione di studiare e scoprire il buon uso dell’intelligenza che mi hai dato, sei nel mio desiderio forte di portarti agli altri, sei il sorriso delle mie situazioni difficili, sei la mia voglia di gridare la tua grazia sui tetti delle case. Sei lo specchio nel quale la sera mi ritrovo e non mi piaccio per tutte le volte che non ti ho voluto seguire, sei la quiete dei miei momenti impetuosi.

Non so parlare di te, mio Signore, con parole ridondanti e accademiche, come se Tu fossi il risultato di studi e approfondimenti, come se potessi incontrarti semplicemente rompendomi il capo su parole difficili. Perché Tu sei Vivo e Vero. Tu sei Tu, Tu sei un TU, non puoi essere racchiuso nei concetti; sei mistero che si cela in ogni persona, perché tu sei una Persona. Le uniche parole che conosco e che mi permettono d’incontrati sono la TUA Parola: è incredibile quanto tu lì sia Vivo e Vero! Non so parlare di te mio Signore, se non per quanto ti sento nel mio cuore. Il fatto è che Tu non sei una questione accademica, Tu sei la mia vita. E quando studio di te mi si aprono orizzonti, trovo le parole per spiegarti agli altri, il tuo mistero mi appare meno inaccessibile, comprendo di più ciò che desideri, ma studiare di te non può bastarmi: è della tua presenza che ho bisogno!
Corro! Quasi mi manca l’aria dal troppo dire. Finalmente torno da Te! Eccoti…
La tua presenza silenziosa e piena ed io lì davanti a te senza parole.

domenica 3 febbraio 2013

A servizio della verità (e dell'amore)


"Ma proprio questo è il punto: Gesù non è venuto per cercare il consenso degli uomini, ma – come dirà alla fine a Pilato – per «dare testimonianza alla verità» (Gv 18,37). Il vero profeta non obbedisce ad altri che a Dio e si mette al servizio della verità, pronto a pagare di persona. E’ vero che Gesù è il profeta dell’amore, ma l’amore ha la sua verità. Anzi, amore e verità sono due nomi della stessa realtà, due nomi di Dio. Nella liturgia odierna risuonano anche queste parole di san Paolo: «La carità …non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità» (1 Cor 13,4-6). Credere in Dio significa rinunciare ai propri pregiudizi e accogliere il volto concreto in cui Lui si è rivelato: l’uomo Gesù di Nazaret. E questa via conduce anche a riconoscerlo e a servirlo negli altri.
In questo è illuminante l’atteggiamento di Maria. Chi più di lei ebbe familiarità con l’umanità di Gesù? Ma non ne fu mai scandalizzata come i compaesani di Nazaret. Ella custodiva nel suo cuore il mistero e seppe accoglierlo sempre di più e sempre di nuovo, nel cammino della fede, fino alla notte della Croce e alla piena luce della Risurrezione. Maria aiuti anche noi a percorrere con fedeltà e con gioia questo cammino."


Riprendo a scrivere riportando le parole di oggi di Benedetto XVI alla conclusione dell'Angelus http...angelus. Che altro aggiungere? 

Con lo stesso augurio e la medesima preghiera del nostro Santo Padre, possa Maria "aiutarci a percorrere anche noi questa cammino"!

sabato 12 gennaio 2013

Scomparire dalla scena


Essere l'amico dello sposo e della sposa perché sia Lui a crescere ed io invece a diminuire? E che questo "scomparire dalla scena" sia pienezza di gioia?
Sembra impossibile che possiamo liberarci dalla smania di protagonismo, sembra impossibile riuscire a defilarsi e non stare al centro della scena!
Sembrerebbe falsa retorica....se non fosse che è ciò che accade quando amiamo veramente, quando desideriamo il bene dell'altro, il vero bene, di chi ci sta accanto.
Sembrerebbe falsa retorica se Giovanni il Battista non ci avesse indicato l'Agnello di Dio che è la nostra gioia.
C'è il pericolo di pensare che defilarsi dalla scena voglia dire mettere da parte le responsabilità. Poter dire: "ecco, finalmente me ne sto al calduccio nel mio letto, e lascio che siano altri a fare". Fare cosa? Quello che invece tocca a me?
Si, c'è il pericolo che ci nascondiamo dietro una falsa umiltà.
Lasciare che Lui cresca ed io diminuisca vuol dire permettere a Gesù di usare le nostre mani, i nostri piedi, la nostra vita. Donarla, come Lui la ha noi donata, perché sia Lui a risplendere. Così la nostra gioia sarà pienezza e così saremo veramente i protagonisti della nostra vita: realizzando la vocazione di essere figli, vocazione che nel Figlio ci è stata data.
" Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, esulta alla voce dello sposo" (Gv 3,29).
Essere l'amico dello sposo ed esultare!

domenica 6 gennaio 2013

Tutti verranno portando oro e incenso



"Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Màdian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore" (Is 60,6).
Tutte le genti, insieme ai Re Magi, al seguito di una stella sono giunte per adorarlo.
Tutte le genti, noi... Oggi.
Sembra ci sia dell'altro.
C'è la stella che ha guidato i Re Magi, lì alta nel cielo di una notte che altrimenti sarebbe stata tremendamente buia. Non è soltanto una guida, la stella. Anche essa fa il suo cammino, e arriva davanti alla grotta, e s'inchina ad adorare. Con la stella si muovono tutte le altre stelle, e i cieli e la terra, l'universo intero.
Noi, i Re magi, le genti, il cosmo ....per adorarlo.
Lui, il Salvatore.
"Ora è stato rivelato che tutte le genti sono chiamate in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità" (Ef 3,6)
Buona Epifania a tutti!

sabato 5 gennaio 2013

La fede tutto rischiara di una luce nuova: il buon uso dell'intelligenza.

"La fede, infatti, tutto rischiara di una luce nuova, e svela le intenzioni di Dio sulla vocazione integrale dell'uomo, e perciò guida l'intelligenza su soluzioni pienamente umane (GS 11)". Prendo spunto da questa affermazione della Gaudium et spes per ritrovarci insieme nel 2013. La fine dello scorso anno ha visto la morte di Rita Levi Montalcini, grande donna e scienziata, che ha testimoniato con la sua serietà e sobrietà il rispetto della dignità umana e le potenzialità di una ricerca guidata con intelligenza a favore dell'uomo. Dall'altro lato, oggi, nelle testate giornalistiche, si fa nota del superamento del teorema di Gödel, eminente esponente della logica del novecento, da parte di  Harvey Friedman. (http...)
Passi da gigante della mente speculativa dell'uomo.
Come non lodare Dio e ringraziarlo per i doni che ci ha fatto, e che se ben utilizzati non possono che farci riconoscere il suo operare e la sua presenza nella nostra vita!
L'augurio che possiamo farci è che la nostra intelligenza sia utilizzata a servizio dell'uomo e non contro di lui.
La solennità di domani ci ricorda che Dio si è fatto presente e si vuole manifestare per farsi trovare!
Dio ci ha dato immense risorse, e costruisce ogni giorno vie per incontrarlo.
Che questo nuovo anno sia per ciascuno un tempo di scoperta dell'amore per Padre per ciascuno di noi!
Che la nostra intelligenza sia illuminata nei suoi cammini, e che il nostro cuore sia sempre rivolto alla meta. Nella consapevolezza che la nostra ricerca alla fine ci porterà anche a riscoprire la nostra identità più profonda, la nostra vera vocazione. Un cammino di ricerca di verità, invero, si rivolge anche all'interiorità e ci fa scoprire la presenza di Dio in noi.
 "Dove dunque ti trovai, per conoscerti? Certo non eri già nella mia memoria prima che ti conoscessi..... Tu, la Verità, siedi alto sopra tutti coloro che ti consultano e rispondi contemporaneamente a tutti coloro che ti consultano anche su cose diverse. Le tue risposte sono chiare, ma non tutti le odono chiaramente. Ognuno ti consulta su ciò che vuole, ma non sempre ode la risposta che vuole.
Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo". (S. Agostino).
Buon 2013!