lunedì 25 febbraio 2013

Chi sei?


Come parlare di te Gesù? Parlare di te quando tanti teologi e studiosi ed esegeti hanno parlato di te nel corso dei secoli, e sicuramente ne hanno parlato correttamente e secondo la tua grazia e la tua volontà. Come parlare di te, quando santi che ora si trovano al tuo cospetto, hanno scritto di te, del tuo amore e della tua infinita misericordia, loro che nella loro vita terrena sono stati uniti a te nell’amore?
Mi chiedono di rispondere a questa domanda: chi sei Tu per me? Mi chiedono se lo studio che sto facendo mi aiuta a conoscerti meglio o forse addirittura ad incontrarti. Mi chiedono di te, o mio Signore…
Come parlare di Te, io…? Io che quando ti guardo non ho parole. Io che mi perdo nella tua immensità. Tu lì dentro al tabernacolo silenzioso e presente ed io silenziosa e presente di fronte a te.
Se non ti avessi già incontrato non potrei parlare di te mio Dio; se Tu non ti fossi presentato a me irrompendo nella mia vita come acqua fresca nell’arsura d’estate, cosa avrei potuto dire io di Te?
Sei Tu che mi hai amato per primo, quando io mi ero persa nel deserto e nell’aridità di una vita vacua. Quando tutte le mie speranze si sono infrante nella codardia e nella fragilità degli uomini, e come uno specchio in frantumi si sono sminuzzate in miriadi di frammenti e poi sono scomparse come bolle di sapone inghiottite dalla loro stessa plasticità, allora io iniziai a precipitare nel pozzo buio e profondo dell’inconsistenza. Tutto era nero, così nero, e il precipitare era così veloce che mi lasciai andare sopraffatta dall’impotenza di risalire dal baratro. Minuti, secondi, ore…? Sono state le tue braccia a risollevarmi, con delicatezza e infinito amore. Mi hai riportato alla luce senza chiedere niente: ho sentito il tuo abbraccio e le mie lacrime calde liberatrici sul viso.
Da allora il tempo è passato ma la tua mano continua a tenere la mia. Non ti lasci impressionare dalla mia testardaggine, dalla mia necessità di comprendere, dal mio carattere imperativo anche con te. Non ti lasci impressionare quando mi lascio distrarre da ciò che era prima di te. Tu lo sai che quando mi allontano da te poi mi manca l’aria e non respiro: tu sei la mia aria.
Tu lo sai che quando il mio cuore freme davanti alla falsità e all’ipocrisia e non capisco perché niente cambia, io allora mi rivolgo a te: tu sei la Verità.
Tu lo sai che quando a vincere sono le mie passioni e la mia rabbia, poi mi dispiace e torno da te: tu sei misericordia.
Tu lo sai che davanti all’ingiustizia e all’incoerenza non resisto a trattenere le parole e chiedo aiuto a te: tu sei giustizia.
Tu lo sai che quando mi sento sola perché le persone sono insostituibili, io mi rifugio da te: tu sei amore.
Tu lo sai che quando sono stanca e triste e mi sembra che tutto il dolore del mondo non potrà mai guarire, io ti prego: tu sei consolazione.
Non so come si possa parlare di te senza averti già incontrato. Certo, ora quando guardo la mia vita passata ti ritrovo in tutti quei luoghi in cui prima non ti vedevo, e comprendo che ci sei sempre stato e che io sono sempre scappata da te per paura, per mancanza di responsabilità, per ignoranza, per amore dei facili successi e dei facili guadagni. Tu ci sei sempre stato anche tutte le volte in cui ti ho voltato le spalle e risolutamente ti ho detto NO. Ma come avrei potuto comprendere tutto questo se non con la tua grazia?
Chi sei, mio Signore, mio Re e mio Dio, se non il battito del mio cuore, la vita che vivo, l’amore che provo? Chi sei? Sei una presenza costante, amica e piena, sei sicurezza quando la mia testa è confusa, sei i miei sogni quando mi manca la speranza, sei la forza che mi sostiene quando sono stanca, sei la passione di studiare e scoprire il buon uso dell’intelligenza che mi hai dato, sei nel mio desiderio forte di portarti agli altri, sei il sorriso delle mie situazioni difficili, sei la mia voglia di gridare la tua grazia sui tetti delle case. Sei lo specchio nel quale la sera mi ritrovo e non mi piaccio per tutte le volte che non ti ho voluto seguire, sei la quiete dei miei momenti impetuosi.

Non so parlare di te, mio Signore, con parole ridondanti e accademiche, come se Tu fossi il risultato di studi e approfondimenti, come se potessi incontrarti semplicemente rompendomi il capo su parole difficili. Perché Tu sei Vivo e Vero. Tu sei Tu, Tu sei un TU, non puoi essere racchiuso nei concetti; sei mistero che si cela in ogni persona, perché tu sei una Persona. Le uniche parole che conosco e che mi permettono d’incontrati sono la TUA Parola: è incredibile quanto tu lì sia Vivo e Vero! Non so parlare di te mio Signore, se non per quanto ti sento nel mio cuore. Il fatto è che Tu non sei una questione accademica, Tu sei la mia vita. E quando studio di te mi si aprono orizzonti, trovo le parole per spiegarti agli altri, il tuo mistero mi appare meno inaccessibile, comprendo di più ciò che desideri, ma studiare di te non può bastarmi: è della tua presenza che ho bisogno!
Corro! Quasi mi manca l’aria dal troppo dire. Finalmente torno da Te! Eccoti…
La tua presenza silenziosa e piena ed io lì davanti a te senza parole.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Grazia,misericordia, consolazione, giustizia, verità....un programma di vita...hai ragione a dire che manca l'aria, ma ricordati che da un respiro è nato tutto

Unknown ha detto...

Che belle queste parole...grazie.